
Che io potessi divenire pioggia acida per corroderti.
Che io potessi divenire fuoco per incenerirti.
Che io potessi divenire tua sovrana era scritto in ogni pergamena.
Che io potessi riprendere le fila della storia lasciata a metà.
Che io potessi scovarti nel fondo di ogni tua vita quotidiana.
Che io potessi diventare tua padrona era scritto nelle stelle.
Tu così consumato dal tuo desiderio rinnegato!
Tu così perduto nel tuo disobbediente capriccio di avere un altro destino
Tu così debole da finire dalla mia padella alla mia brace.
Se avessi potuto arrostirti come un uccelletto nei tuoi fagioli
ti avrei risparmiato ciò che invece è stato preparato nel brodo caldo per te.
Non sono stata, non sono stata mai finora, ma è giunta l’ora,
le ali ricomposte di pine dorate, le labbra colorate d’argento,
il mio cuore di metallo che spilleranno i chiodi per il tuo amore
e ti crocifiggerò al mio dominio come un topo nella trappola.
Non sapevi che avresti avuto modo di toccare ciò che ti fa più ribrezzo.
Non sapevi che avresti avuto modo di toccare solo ciò che ti ordino.
Non sfiorerai il mio volto se non obbedirai ai miei comandi.
Non sfiorerai mai il mio volto coi tuoi ignobili occhi
Poiché ti sei voluto privare della mia presenza senza il mio volere
il tuo desiderio di poter vedere i miei occhi sarà straziante.
Poiché hai voluto respirare senza il mio cuore
il tuo desiderio di riavere amore sarà devastante.
Il calice che mi hai fatto bere sarà ancora più velenoso per te,
infedele servitore disobbediente, che hai avuto la presunzione di pensare
di poter fare a meno della tua signora e padrona.
Quel male che hai fatto ti si riverserà fino all’ultima goccia
dentro la tua gola arsa dal desiderio di un bacio mai dato.