
Sorge dallo scranno silente quel fatato dispiegamento
di forze occulte che alla mia vita ardore hanno sempre dato.
E nel culmine della risorta devozione per l’amarissima terra
che ha visto la mia ultima umana prigione, io di Avalon
terrò nelle mie vene il ricordo di ciò che mi è stato fatto.
Ora discendono retaggi e fili da antiche capanne
dove il sordo e il cieco avevano la stessa voce
ed io mio occhio cercavano coloro che volevan a me sfuggire.
Dal giallo della follia all’ocra della terra mia,
ogni pagliuzza di fuoco che colmerà il mio calice
per te solo fiele e dolore diventerà nella tua vita.
Il mio canto è stato rifiutato e la mia voce è stata tradita
e adesso il mio ordine è per le forze oscure
che dalla mia anima risalgono da quel suolo
in cui nel passato ho vissuto e che mi ha dato il sigillo
della mia disumana perversione.
Povera quell’anima nuda che ha attraversato la mia via
e non si è più girata al mio cospetto,
io per lui non avrò alcun diletto
nel vederlo marcire nel fosso della disperazione.
Il mio giallo bilioso morderà il tuo collo
e la tua mano non troverà quel vampiro
che ti si è avvicinato.
Ora va dentro quel bosco, da solo,
e stai attento alle belve,
io rimango qui accanto al lago
a vederti scomparire come una pagliuzza di inutile fuoco.